"Ritengo che la mia figura professionale debba già oggi dimostrare la capacità di creare opportunità nuove e, perché no, nuovi modelli di business", racconta Gino Riccio, account manager di IB Rubinetterie
Gino Riccio è account manager di diverse aziende in Campania, tra cui la IB Rubinetterie spa. Recentemente ha postato un video dedicato a quest’ultima società alle prese con l’emergenza coronavirus, prima che decidesse di chiudere. Ecco l’intervista che gli abbiamo fatto.
Come è cambiato il tuo lavoro in queste ultime settimane?
È cambiato tanto, più volte, perché l’emergenza Covid-19 ha rimesso in discussione tutto, fino a costringerci in casa nel rispetto delle normative governative. Sono passato dal quotidiano sforzo di far capire ai miei clienti come muoversi ed interpretare un mercato che cambia vorticosamente, al cercare di fronteggiare un’emergenza che ha momentaneamente paralizzato ogni attività.
Come è nata l’idea del video?
La IB Rubinetterie spa, di cui sono agente da 20 anni, prima di sospendere la produzione ha postato immagini testimonianti l’azione aziendale nell’emergenza, e ho deciso di montare le immagini pubblicate dall’Azienda in questi giorni per dare un messaggio positivo sia ai miei clienti sia a chi mi segue. IB Rubinetterie produce in provincia di Brescia, che è una delle zone più colpite dall’emergenza sanitaria. Il mio pensiero oggi va a tutti coloro che si stanno strenuamente adoperando per vincere la guerra contro il nemico invisibile, in Lombardia e in ogni dove.
Come ti stai organizzando per i prossimi mesi?
Ritengo che la mia figura professionale debba già oggi dimostrare la capacità di creare opportunità nuove e, perché no, nuovi modelli di business. Al momento sto comunicando sui social, postando video che confeziono sull’onda del momento, per far riflettere facendo fact checking, dando suggerimenti e cercando di sdrammatizzare tutto il possibile. Infatti sto utilizzando anche la mia pagina Fb “Il riccio imbruttito”, per strappare qualche sorriso per bilanciare la tensione che tutti viviamo. È un messaggio di speranza, un auspicio di “normalità”, anche se dopo il coronavirus non saremo più gli stessi.
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