Inaugurata la “casa transitoria”, dal progetto di architettura per il sociale “MyHomePlease!”, con la collaborazione di Leroy Merlin
È stata inaugurata i primi di giugno, all’interno delle iniziative del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da Asvis, la transit house “Armònia”, un modulo abitativo “transitorio” che rientra in un più ampio progetto, “MyHomePlease!”, ideato e realizzato dalla prof.ssa Antonella Falzetti, docente di Composizione Architettonica e Urbana presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, con un team di quattro giovani dottorandi, in collaborazione con Leroy Merlin, l’azienda multispecialista che offre la possibilità di migliorare la propria casa grazie all’offerta di soluzioni complete di prodotti e servizi.
“MyHomePlease!” è un progetto di architettura per il sociale, finalizzato allo sviluppo progettuale di soluzioni abitative per una residenzialità transitoria destinata ai senzatetto e consiste nel coniugare diversi aspetti della sostenibilità, da un lato rispondendo ai requisiti dell’architettura sostenibile, dall’altro guardando ai bisogni inespressi di fasce sociali borderline, come gli homeless.
L’iniziativa va nella direzione di reintegrare nella realtà sociale ed economica della città, partendo dalla dignità di un’abitazione, i senza fissa dimora, contribuendo da una parte alla loro riabilitazione all’interno delle comunità cittadine e dall’altra alla diminuzione del loro costo sociale. Inoltre questi moduli abitativi possono assolvere anche l’importante funzione di “rigeneratori urbani” in luoghi strategici della città come aree degradate e in stato di abbandono, o prossime a strutture socio-sanitarie.
La casa, concepita e progettata con particolare attenzione alle istanze della sostenibilità, è dotata di un sistema di monitoraggio innovativo – ideato da un gruppo di Ingegneria Elettronica dell’Università di Tor Vergata – basato sull’uso di segnali radio trasmessi da un access point WiFi. Questo sistema permette di raccogliere informazioni relative al modo in cui l’inquilino si muove all’interno della casa: se passa gran parte del suo tempo sul letto, se utilizza la cucina e se prende le medicine, svolgendo quindi azioni tipiche della quotidianità, di cui dovrebbe man mano riappropriarsi. Inoltre, grazie al monitoraggio, sarà possibile segnalare in tempo reale situazioni di pericolo come un’eventuale caduta, l’intrusione di una o più persone all’interno della casa.
“MyHomePlease! è un progetto di ricerca sperimentale la cui posta in gioco è alta perché si è trattato di riunire la qualità dell’architettura alle tecniche di costruzione sostenibili e all’impegno per una progettazione ethic-social”. È quanto ha dichiarato la professoressa Antonella Falzetti, responsabile del progetto. “Armònia, così è stato battezzato il modulo abitativo minimo che racchiude il valore dell’architettura della casa come vettore di reintegrazione, è cresciuta nel Campus dell’Università in soli quattro giorni grazie a un solidale lavoro di squadra (tra il project team, gli studenti partecipanti che saranno futuri Ingegneri Edili-Architetti, e la collaborazione di dipendenti di LeroyMerlin e working angels). Ad oggi, depositati due brevetti sul materiale e tecnologia costruttiva, MyHomePlease! lancia una sfida sociale e al mercato produttivo , sfida iniziata con la costruzione di Armònia, che non si ferma qui”.
“Questa iniziativa, promossa dalla Prof,ssa Falzetti e dal suo gruppo che hanno portato avanti un lavoro davvero eccellente – ha affermato il Rettore di “Tor Vergata”, prof. Giuseppe Novelli – racconta “Tor Vergata”, racconta una ricerca che si mette al servizio della Società e dalla parte dei più bisognosi, avviando un progetto che è allo stesso tempo formazione in ambiti innovativi, esperienza sul campo, tensione a obiettivi non limitati al breve periodo, attenzione alla dimensione di sostenibilità sociale e alla creazione di partnership strategiche per il raggiungimento di Goal comuni. Questa è l’università che ci piace: l’università delle persone per le persone”.
Luca Pereno, responsabile CSR di Leroy Merlin Italia, ha dichiarato: “Siamo felici di aver preso parte a questo progetto di architettura per il sociale destinato al supporto delle fasce più deboli, gli homeless. La nostra azienda ha fornito una parte del materiale necessario per la costruzione del modulo abitativo e ha supportato il team che ha ideato e realizzato la transit house. Questa iniziativa ben si inserisce all’interno di quello che noi chiamiamo sviluppo generativo: un modo nuovo di pensare e agire che dà vita ad azioni socialmente orientate, capaci di creare relazioni responsabili di un risultato che fa bene a tutti.”
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