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BAGNO ARCHITETTURA #341 | Green Heart di Danilo Fedeli

Green Heart è un progetto non convenzionale per un sistema abitativo vero. La suddivisione degli spazi dell’ottagono è affidata a piante e alberi alimentati con sistema idroponico. In una dimensione architettonica che vive della ciclicità della Natura, l’Uomo si ritrova a ruotare intorno al verde che rimane sempre al centro dello sguardo, integrandosi perfettamente nel suo ritmo circolare.

Il progetto di Danilo Fedeli è uno spazio ottagonale, che include stanza da bagno e stanza da letto, e si basa su un’idea (un’esigenza?) di circolarità che invade tutti gli aspetti del progetto, compreso la relazione tra ambiente interno e ambiente esterno, dove si trova quella Natura che, ciclica per sua specificità intrinseca, si integra senza barriere nell’andamento circolare del progetto.

Quello di Danilo Fedeli è un approccio organico alla progettazione che considera l’oggetto architettonico come un tutt’uno capace di integrarsi naturalmente nel luogo e nel contesto a cui è destinato. Il progetto Green Heart concepito per il I° Capitolo di Bagno Architettura 2024, risulta perciò libero da rigidi schemi compositivi, proiettato verso la ricerca di relazioni esterne con gli elementi che lo circondano appartenenti a una Natura tanto amata quanto lasciata troppo spesso… fuori.

La Natura nell’idea di Danilo Fedeli è parte integrante del progetto. È dentro, è fuori. Il nucleo centrale dell’ottagono ospita una piccola area destinata a verde che genera una sorta di anello in cui le linee delle divisioni interne sono marcate da piante e alberi alimentati con sistema idroponico. Prende forma così un sistema abitativo circolare che ruota intorno a una vegetazione protagonista, che rimane sempre al centro dello sguardo. I materiali dominanti sono il legno lamellare e il vetro: elementi semplici dal grande potenziale, che permettono di creare una struttura dal suggestivo equilibrio architettonico, estetico e etica.

L’idea si basa su un concept realistico, nonostante l’impatto un po’ utopistico. Il risultato è un modulo architettonico, progettato per essere inserito in un sistema abitativo o ricettivo. “Riflettendo sul progetto, mi piaceva l’idea di creare uno spazio che fosse una proposta concreta, realizzabile e che fosse anche spunto di una riflessione concreta. Un focus che esprime molto bene anche l’identità dello Studio che ha partecipato al progetto insieme a me. Abbiamo lavorato sul senso di circolarità partendo dal presupposto che ogni nostra azione ha delle conseguenze, che in un modo o nell’altro ritornano su chi le ha generate, e ha molteplici livelli di lettura che abbiamo inserito all’interno del progetto. La circolarità si manifesta anche nella percezione dello spazio, al cui centro non c’è l’uomo, ma una piccola area verde intorno a cui ruotano le funzioni e i comportamenti umani: ho provato a ribaltare l’abituale paradigma che colloca l’uomo al centro dello spazio abitativo e la natura all’esterno”

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