BAGNO ARCHITETTURA #342 | Il bagno di Otto

Studio Otto ha immaginato di intervenire negli interni di una casa al mare, dove il bagno originariamente era pensato separato. Da qui è nata l'idea del bagno-roulotte, una struttura leggera e autonoma... facile da "parcheggiare".

Da qualche anno la stanza da bagno è oggetto di una sorta di “delocalizzazione”, che porta oggetti e funzioni altrove, dentro ma anche fuori casa. Il Bagno di Otto, progetto dello Studio Otto al centro della rubrica Bagno Architettura del numero #342 del Bagno Oggi e Domani. accelera questa tendenza e rompendo la relazione assoluta tra il bagno e la casa, intesa come blocco in cui tutto accade, propone un modello diffuso in cui il dentro e il fuori si collegano in successione fluida, senza soluzione di continuità. Il bagno diventa “esterior”.

Ecco uno stralcio dell’intervista a Gianpaolo Venier dello Studio Otto.

Il Bagno di Otto è un progetto che guida le nostre percezioni spaziali e un po’ anche la nostra memoria… il bagno? Fuori a sinistra! Un’operazione coraggiosa che ci accompagna in un percorso progettuale in cui la parte impiantistica gioca un ruolo fondamentale, ma non prevarica mai sull’estetica.

Lo Studio Otto, composto da Paola Navone, Cristina Pettenuzzo, Domenico Diego e Gianpaolo Venier, spinge in avanti il processo di evoluzione dell’ambiente bagno proponendo un progetto non convenzionale, che mette in discussione l’idea secondo cui la stanza da bagno debba essere per forza una stanza dentro/inglobata alla casa e che l’arredo debba per forza stare tutto insieme. Gianpaolo Venier ci ha spiegato che: “la visione del bagno circoscritto in un unico spazio dentro alla casa rende quasi sacra questa stanza dedicata all’igiene personale e una dimensione di estrema privacy. Il Bagno di Otto rompe questo modello e si presenta come un modulo esterno agganciabile alla casa, per connettersi agli altri spazi, mantenendo però una relazione con l’esterno. Il Bagno di Otto è un oggetto insomma che, pur avendo una forte identità, possiede una propria versatilità: è uno spazio chiuso, ma anche aperto, dove la transizione tra uno spazio e l’altro avviene in maniera molto naturale, fluida e diversa dal semplice attraversamento di una porta.”

L’altra idea che guida il progetto, e che concorre alla forzatura messa in atto per cambiare il modo di vivere il bagno, è il rapporto molto forte tra dentro e fuori, tra i materiali utilizzati per l’interno e le ispirazioni provenienti dall’esterno. Il pavimento del bagno, tranne il tappeto centrale, è fatto di ciottoli arrotondati, pietre di fiume piatte che massaggiano i piedi di chi si muove nella stanza e restituiscono un effetto outdoor. Anche l’idea di utilizzare il colore verde per i rivestimenti e la pavimentazione centrale, una tonalità che ricorda l’erba e la vegetazione, è un riferimento all’esterno che abbatte la barriera tra ciò che sta dentro e ciò che, normalmente, si trova fuori. L’assenza di discontinuità traccia un percorso fluido per chi, partendo da una spiaggia o da un giardino attraversa il living fino a raggiungere il bagno, probabilmente senza rendersi conto di essere entrato in un’abitazione.

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