Questo è il primo articolo di una serie di sei approfondimenti dedicati al rivestimento ceramico, per percorrere le principali tappe dell’evoluzione di questo sistema di protezione e decoro di pareti e pavimenti.
La parola “Ceramica” deriva dal nome greco dell’argilla (κέραμος) e passa nelle lingue moderne col senso in cui i Latini adoperavano fictilis per indicare ogni oggetto fatto di argilla. Secondo tale accezione originaria, conservata in molte lingue moderne, la ceramica comprende il vasellame, le statue e gli elementi da costruzione.
Le “mattonelle” in ceramica, impiegate come rivestimento delle mura esterne e delle pareti interne, vennero create in Oriente e furono in uso presso gli Egizi dal IV millennio a.C., ma dall’VIII secolo ebbero larga diffusione in tutto l’Islam sostituendo la decorazione in stucco e utilizzando per le decorazioni il disegno astratto persiano. Nel corso del tempo le tecniche di decorazione si moltiplicarono e, tra le tante, è interessante ricordare la mina’ì , ottenuta attraverso l’applicazione di molti colori sotto o sopra lo smalto e la lajvardina, con colori e oro su fondo azzurro. Diverso dai sistemi decorativi delle mattonelle in rilievo o dipinte fu quello, diffuso nell’Islam, del mosaico di mattonelle; questa tecnica decorativa prevedeva il taglio di lastre di ceramica smaltata in piastrelle di varie forme, da combinare in disegni geometrici su vaste superfici.
Dalla Spagna araba, in cui si produssero bellissime ceramiche a lustri metallici (effetto decorativo ottenuto mediante l’applicazione di metalli preziosi in strato sottile), e dall’Italia ebbe inizio il rinnovamento della ceramica europea che, durante il Medioevo, aveva prodotto ceramiche d’uso comune realizzate con tecniche non raffinate. Non è certo se l’Italia sia debitrice del rivestimento a smalto stannifero (che contiene minerali di stagno) alle officine mauro-iberiche, benché il nome di maiolica (da Maiorca, isola delle Baleari) dato dapprima alla ceramica lustrata italiana, poi a tutta la produzione stannifera, possa sembrare argomento di conferma. In Italia la ceramica tra XV e XVI sec. ebbe centri di produzione di alto valore artistico sia in relazione ai manufatti che alla decorazione dipinta; da qui si diffuse nel XVI sec. in Francia, Paesi Bassi, Inghilterra, assumendo poi, da uno dei luoghi di massima produzione, Faenza, per antonomasia il nome di faïence. Altri importanti centri italiani di produzione del Rinascimento sono, tra l’altro, Cafaggiolo, Siena, San Quirico d’Orcia, Montelupo, Casteldurante, Urbino, Albissola, Napoli. Tra i più antichi pavimenti di mattonelle in maiolica del primo Rinascimento, notevole è quello nella cappella Caracciolo in S. Giovanni a Carbonara (1427-32) a Napoli.
In età barocca una produzione caratteristica si ebbe nei Paesi Bassi, dove si realizzarono mattonelle bianche con dipinti azzurri di ispirazione cinese; di grande importanza nell’arredamento, questo tipo di decorazione fu imitata in Germania e in Inghilterra. La sua influenza fu rilevante nelle mattonelle spagnole (XVIII e XIX sec., con scene di genere e pitture popolari) e messicane.
Dall’uso sempre più esteso delle piastrelle nell’architettura del XIX sec. derivò la nuova importanza del rivestimento a mattonelle con uso qualificante di particolari servizi o ambienti delle abitazioni. In questo secolo cominciò la produzione industriale delle mattonelle con disegni generalmente a stampa o, dal XX sec., monocrome, mentre, dalla seconda metà del secolo, ci fu una fiorente ripresa dell’industria delle mattonelle di ceramica con disegni di varia ispirazione, con inclusioni di materiali diversi, anche su disegno di artisti e designer.
La storia dell’evoluzione e dell’utilizzo in ambito domestico, pubblico o religioso dei prodotti impiegati per la pavimentazione e per il rivestimento parietale coincide col mutamento dei materiali di cui è fatto l’impasto e di quelli dell’eventuale decorazione. Le ceramiche, nel corso del tempo, hanno subito notevoli variazioni sia nella pasta, sia nella composizione della pasta stessa, sia nel metodo di cottura dal quale dipende il colore del biscotto. In riferimento a quanto detto si può formulare un sintetico elenco che raggruppa le tipologie più note: dalla diversità d’impasto, compattezza, colore e cottura si determina una classificazione della ceramica di cui la terracotta, la ceramica verniciata o smaltata detta faïence, il grès, la terraglia e la porcellana.
Questo è solo uno stralcio dell’articolo che potete leggere interamente sul numero 317 del Bagno Oggi e Domani (da pag. 74 a pag. 79). Per accedere all’edizione digitale CLICCATE QUI
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