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Compravendite: il I trimestre 2024 riparte con il segno negativo

Mancanza di offerta di nuove case ad alta efficienza energetica, l’incertezza economica e la perdita del potere d’acquisto sono fra i principali fattori della frenata.

Nei primi tre mesi dell’anno il mercato immobiliare residenziale a livello nazionale è calato del -7,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 154.770 compravendite. Tra le principali città metropolitane, il calo maggiore si registra a Milano (-13,2% e 5.141 transazioni), seguita da Torino (-10,2% e 3.193 transazioni) e Roma (-6,9% e 7.703 transazioni). Inoltre, se si considerano esclusivamente le nuove abitazioni vendute nelle grandi città (1.624 in totale), la quota non arriva al 7% rispetto al totale delle vendite, con un calo delle transazioni del -23% rispetto allo stesso periodo del 2023 [1]. Secondo l’analisi di Abitare Co. -società di intermediazione e servizi immobiliari specializzata in nuove costruzioni-, tra le principali motivazioni della frenata del mercato immobiliare si segnalano la mancanza di offerta di nuove case e ad alta efficienza energetical’incertezza sulle prospettive della propria situazione economica e il calo del potere d’acquisto, il segno negativo degli investimenti nel residenziale (-35% nel I trim. 2024) e il ritiro dal mercato di immobili ristrutturati con il Superbonus per la maggiore tassazione dovuta alle eventuali plusvalenze.

Per quanto riguarda le abitazioni comprate grazie ad un mutuo ci troviamo ai minimi storici con poco più di 56mila transazioni, pari al 40% del totaleLa quota di famiglie che acquistano tramite mutuo è andata a diminuire di anno in anno in corrispondenza all’aumento del costo del denaro adottato dalla BCE per contrastare l’inflazione. Nell’epoca pre Covid, a livello nazionale, le famiglie che acquistavano casa con un mutuo rappresentavano circa il 53% del totale; questo significa che in meno di cinque anni gli acquirenti di casa che fanno ricorso al mutuo sono calati di tredici punti percentuali.

“Nonostante l’ultimo trimestre dello scorso anno abbia registrato un rallentamento della curva negativa delle compravendite (-3,3% sul quarto trimestre 2022), i primi tre mesi del nuovo anno rimangono ancora saldamente in territorio negativo – dichiara Giuseppe Crupi, Ceo di Abitare Co. – Sono vari i fattori che frenano una reale ripresa degli scambi. Il prezzo di vendita, cresciuto in questi anni con variazioni annue a due cifre nelle principali città, confrontato col potere d’acquisto delle famiglie, sta frenando la propensione all’acquisto; la difficoltà di accesso al credito di molti: non è una sorpresa constatare che neppure il 40% dei compratori oggi accende un mutuo. Manca poi l’offerta di un prodotto nuovo, ad alta efficienza energetica, che si rivolga ad una fascia di acquirenti con budget di spesa non altissimi, come i giovani che vorrebbero comprare la loro prima casa e che sono i più sensibili alle tematiche ambientali”.