Enrico Celin Presidente di ANGAISA, l’associazione di categoria dei distributori idrotermosanitari aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, ed Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, esprimono molte perplessità
FederlegnoArredo e Angaisa guardano con estrema preoccupazione alle conseguenze del provvedimento, previsto dall’articolo 10 del “Decreto crescita” (convertito in legge recentemente), grazie al quale chi effettua interventi legati all’efficientamento energetico o antisismici può ottenere un immediato “sconto in fattura” cedendo al prestatore di servizi il credito d’imposta legato all’ecobonus o al “sisma bonus” a cui avrebbe diritto. Credito che, a sua volta, l’impresa può cedere al proprio fornitore di beni e di servizi, ma non a istituti di credito o intermediari finanziari.
“È un provvedimento che non tiene conto delle dinamiche del mercato in cui operano le nostre imprese e delle loro dimensioni”, osserva Enrico Celin Presidente di ANGAISA, l’associazione di categoria dei distributori idrotermosanitari aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia. “Il meccanismo previsto dal decreto crescita rischia di produrre, e di fatto sta già producendo, gravi effetti distorsivi che penalizzano soprattutto installatori e distributori. È evidente che la cessione del credito di imposta potrà essere gestita solamente da pochi operatori, in grado di sopportare gli oneri che inevitabilmente andranno a gravare su tutti gli attori del comparto, a partire dalle migliaia di piccole e medie imprese che non potranno fare da ‘ammortizzatore finanziario’. Per questo auspichiamo un’azione congiunta delle principali organizzazioni di settore, volta a ottenere l’abolizione dell’articolo 10, al fine di salvaguardare il ruolo e le funzioni di tante aziende e tanti professionisti qualificati”.
Anche Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, esprime molte perplessità: “Il Decreto crescita in approvazione impatterà in maniera pesante sulle aziende legate al mondo delle ristrutturazioni. L’articolo 10 del Decreto infatti consente la possibilità di scontare direttamente in fattura il 50% previsto in caso di interventi di riqualificazione energetica, uno strumento che graverebbe in modo insostenibile sui bilanci e sulla liquidità delle imprese che realizzano tetti, infissi, pergole e tutti i prodotti attualmente rientranti nel cosiddetto Ecobonus. Il rischio concreto è che le imprese vengano private della liquidità necessaria per portare avanti gli investimenti e la loro attività. Se la norma dovesse passare come è stato impostato si metteranno a rischio interi settori produttivi, oltre a indebolire uno strumento che negli anni ha consentito di contrastare l’evasione fiscale e ha stimolato la domanda interna in anni di pesante crisi economica. La nostra proposta è semplice: eliminare l’Articolo 10 o modificarlo integralmente prevedendo la possibilità per queste imprese di poter cedere a loro volta le detrazioni fiscali accedendo al sistema bancario con il meccanismo “pro soluto”, così come già avviene per altri crediti d’imposta”.
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