Come cambiano i parametri abitativi delle case degli italiani in città e perché? Ce lo racconta l’architetto Nisi Magnoni, professionista della bellezza domestica, ovvero progettista sapiente e rigoroso in grado di interpretare con gusto le nuove esigenze del vivere la casa
Star bene tra le pareti domestiche. Questo è lo scopo ultimo della progettazione di nuovi spazi che, oltre ad aderire allo stile di vita di chi li abita, introducono una lunga serie di plus. Dal gusto degli arredi ai rapporti spaziali che definiscono le diverse aree d’uso e le rispettive funzioni, dagli accorgimenti tecnici al dècor. Elaborare un buon progetto richiede attenzione, tempo, fatica, tanta esperienza e conoscenza, soprattutto quando si parla della sala da bagno. Indipendentemente dalle sue dimensioni, questo ambiente richiede alta professionalità perché qui lo spazio è sinonimo di benessere e non sono ammessi errori.
Intervista a Nisi Magnoni
Nisi Magnoni si laurea nel ’92 al Politecnico di Milano in Architettura e subito apre il suo studio, NM-AArchitetti. Si dedica all’attività di progettazione senza mai abbandonare l’attività didattica, che lo vede tutt’ora impegnato presso il Politecnico di Milano, il Poli Design e la Domus Accademy. Forte di un importante bagaglio di esperienza e saggezza professionale, coniuga armonicamente creatività e conoscenza tecnica. I suoi progetti – in ambito contract, privato e di product design – esprimono sempre ricerca costante e cura maniacale per il dettaglio, insieme all’uso non convenzionale di materia, luci e colori per creare atmosfere uniche.
Quali sono i fattori che, negli ultimi anni, hanno maggiormente influenzato i cambiamenti nella distribuzione degli spazi abitativi?
Fenomeni di tipo economico, sociale e professionale si riflettono inevitabilmente sulle scelte abitative. Da un lato Milano, dove vivo e lavoro, attrae sempre più giovani lavoratori che vogliono vivere tutto quello che questa città offre, dall’altro si sono sviluppate nuove necessità familiari. Oggi l’esigenza sempre più diffusa è quella di avere una camera con bagno in più per l’ospite, che siano i genitori o un amico. D’altro canto i genitori sono stati iper-protettivi con i figli, li hanno accolti in casa fino a tarda età e questi, a loro volta – parliamo di cinquantenni che hanno fatto carriera – vogliono potere ospitare chi li ha protetti così a lungo. È un cambiamento sociale legato alla cultura, al costume italiano. Quindi c’è l’esigenza di avere una casa con sempre più privacy. Un trend più recente riguarda quei pochi che stabiliscono – dopo mesi di smart working casalingo – che è importantissimo vivere in un luogo più bello e confortevole, almeno più bello di quello in cui si lavora.
Quanto è diffusa l’esigenza di ristrutturare casa con l’aiuto di un architetto?
Solo una piccolissima fetta del mercato si rivolge a un professionista, a un tecnico-creativo dell’abitare e comprende il valore del suo lavoro. Eppure, realizzare una casa bella, quindi intellettualizzata, rispetto a una che non lo è, non comporta un’altissima differenza di costo. Per non parlare degli inevitabili macroscopici errori che commette chi non è un professionista in questo campo.
Questo è solo uno stralcio dell’articolo che potete leggere interamente sul numero 320 del Bagno Oggi e Domani. Per accedere all’edizione digitale CLICCATE QUI
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