L’ambiente progettato dall’architetto Marco Carini potrebbe essere descritto come un giardino dal fascino segreto, all'interno del quale gli arredi che compongono la stanza da bagno outdoor si incastonano come elementi preziosi in perfetto equilibrio.
Quinte rivestite di elementi vegetali, strutture e arredi in materiali riciclati e di origine naturale, acqua proveniente da falda: ecco il progetto di Marco Carini presentato nella volume Il Bagno Architettura.
Classe 1968, Marco Carini è attivo nell’interior design, nell’architettura e nella progettazione di linee di arredo per prestigiosi brand italiani. Con gli studi di Milano e Casalpusterlengo spazia operativamente dall’Italia alla Francia, Spagna, India e UK. Ha accettato con entusiasmo il nostro invito, con un progetto incentrato sul benessere outdoor, perché «il foglio bianco è sempre una sfida e il sistema di funzioni per la cura del corpo è tra i più interessanti, nella sfera abitativa».
Gli chiediamo cosa pensa del fatto che benessere e spazi outdoor siano attualmente tra i temi più attrattivi per designer, pubblico e aziende. C’entrano voglia di natura post pandemia ed emergenza ambientale? «Credo che il discorso sia più generale. il corpo è un tempio, diceva Ippocrate, e come tale andrebbe trattato. Un corpo sano è meno soggetto a rischi e la sua cura è fondamentale, così come la sua relazione con la natura, che riduce lo stress e preserva da tensioni e nevrosi».
Parliamo del suo progetto, declinato in due versioni. «Una è più commerciale, l’altra più figlia della natura. Credo che la più fattibile sia quella con strutture quadrate a patio, ma entrambe si basano sull’utilizzo mirato delle risorse. Gli elementi strutturali provengono da una linea per il bagno, da noi progettate per un’azienda italiana, in cui l’alluminio è estruso in barre di 6 metri: prevedendo, qui, diametri e altezze anche in questa misura, si risparmia in tagli ed energia.Nel nostro lavoro ci avvaliamo spesso di un geologo rabdomante: riuscendo a trovare una falda d’acqua, sogno di collocare questi progetti in un bosco». Carini aggiunge di aver concepito gli ambienti perché ogni gesto diventasse un rito, un po’ come in quello giapponese del tè.
La scelta di collocare gli elementi benessere nella natura utilizzando, come quinte, strutture leggere vestite di verde è suggestiva. Ma come è applicabile – gli chiediamo – nella realtà? «È più facile di quanto sembri –, osserva Carini. Intanto, le corde sono posizionabili in modo più o meno fitto per calibrare la privacy di ogni “scena”. La soluzione con moduli quadrati, poi, è adatta a un hotel o a una spa. Stiamo valutando una cosa simile per l’outdoor di una villa: per realizzarla, basta mettere dei piedini di regolazione alle strutture, per l’irregolarità del suolo, e prevedere protezioni in caso di pioggia. Questi progetti sono pensati per la stagione estiva, ma in un clima freddo i cubi della soluzione a patio sono trasformabili in serre climaticamente ed energeticamente autosufficienti. Nel concorso per un Comune della provincia di Milano stiamo costruendo delle strutture in mezzo al bosco a disposizione dei cittadini per usufruire di un locale in più. Sono dei container che si aprono, con un tetto-giardino. Non siamo poi così distanti da questi bagni outdoor».
Parliamo di sostenibilità di prodotti e soluzioni presenti nel progetto. «Molti elementi, come sgabelli e corde in sughero, telai, panche e rubinetterie in alluminio riciclato, colorazioni naturali, sono concepiti secondo i principi dell’economia circolare. Vasca e lavabo in cemento potrebbero evolversi in una produzione derivante da composti naturali (per un’azienda italiana stiamo trasformando tutta la produzione in linee realizzate con materiali vegetali, del resto oggi si creano finiture e materiali derivati da soia, carciofi, cardo, sughero, resina). Per il contenimento idrico, tutti i miscelatori sono provvisti di dispositivi antigoccia e arresto se lasciati aperti, ed è previsto il riciclo delle acque grigie per le cassette del wc, per irrigare il giardino o per innaffiare le piante rampicanti che formano il filtro tra dentro e fuori. In generale, il recupero dell’acqua – oltre che dalle falde, perché no, anche dalle nuvole – è una strada percorribile. Ormai, o siamo green al 100%, oppure non abbiamo capito la gravità del momento».
Questo è solo uno stralcio dell’articolo. Per leggerlo interamente CLICCARE QUI.
Il progetto Forest & Garden Bathroom è stato realizzato grazie a:
Partner tecnico: Domus 3d BY MATICAD
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