Cos’è lo stile? Quali sono i valori che apporta alla società contemporanea? Quale la definizione che possiamo trarne, in relazione al buon design e al Made in Italy? Abbiamo cercato di rispondere a questi e ad altri interrogativi, iniziando con il nuovo anno ad analizzare il primo di alcuni temi chiave che ruotano intorno alla stanza da bagno.
Lo stile è un concetto di ampia estensione, applicato a ogni ambito della creatività umana, dalla letteratura a qualsiasi forma d’arte, ma anche allo sport e alle più svariate attività fisiche. È un concetto che implica quell’insieme di caratteristiche formali e distintive che rendono uniche le cose, gli individui, i loro gesti, le loro modalità di vita. Come ci ha aiutato a comprendere il professor Francesco Schianchi, docente di Design presso il Politecnico di Milano, lo stile è un valore identitario, connesso alle esigenze dell’uomo e al suo modo di percepire l’abitare.
Pur prestandosi a molteplici declinazioni, la nozione di stile riferita alla stanza da bagno è sinonimo di buon gusto, di eleganza, di originalità e spesso di unicità. Ci aiuterebbe a definire ulteriormente questo concetto?
Come direbbe Humpty Dampy in ‘Alice nel Paese delle meraviglie’, la parola stile è una parola valigia. Dentro questa valigia c’è la moda, ci sono gli elementi classici e neoclassici e ci sono le tendenze più varie e diverse. Coco Chanel diceva che la moda passa, ma lo stile resta. Lo stile ovviamente non è solo legato all’abbigliamento, ma a qualsiasi dimensione del design d’interni che in un certo senso si indossa. Il termine stile è quindi connesso con la costruzione di un’identità, intorno alla quale ruotano tre attori principali: l’azienda, il progettista e l’utilizzatore.
Qual è il ruolo del design nella società contemporanea e quali le peculiarità distintive dello stile italiano?
L’obiettivo del design non è di produrre degli artefatti belli, originali e funzionali. L’obiettivo del design è rendere le persone felici, con la produzione di prodotti materiali o immateriali. Del resto, la diversità che c’è tra il design italiano e quello degli altri paesi è una sola. Gli altri si occupano di prodotti tecnologicamente avanzati, belli, funzionali, economici, originali, creativi, innovativi. Il design italiano, invece, dagli anni ’50 in poi si è occupato di una sola cosa fondamentale: strumentare la dolce vita, consapevole di essere l’espressione di una storia, di una cultura, di un’antropologia, di una sensibilità, di paesaggi e di ascolti, trasmessi da artefatti prodotti per redente la gente felice o per rendere la vita più bella e più buona. Noi ci occupiamo della dolce vita, gli altri si occupano di oggetti. (…)
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