Una questione di taglia. Ciò che trasforma il soffione nel tempo è proprio la taglia. Molto elastica… da small a large o extra large a small e extra small… una trasformazione anche tecnologica che da anni sta impegnato i laboratori R&D delle aziende produttrici.
Generalmente scelto per il secondo bagno o per risolvere problemi di spazio, per decenni il soffione è stato un oggetto da installare a parete, con braccio fisso o completato dall’asta doccia. Spesso lo si installa sopra la vasca ed è considerato utile per lavarsi velocemente. Negli anni Novanta, ma soprattutto a partire dal Duemila, il soffione è invece stato oggetto di continue trasformazioni: grazie a nuove cartucce di distribuzione la superficie assume forme diverse e si fa sempre più ampia per offrire una piacevole doccia avvolgente. Inoltre, benché il consumo di acqua sia di gran lunga inferiore rispetto al bagno in vasca, si fa sempre più eco-sostenibile, senza dimenticare le dotazioni tecnologiche e i dispositivi anticalcare. Altro cambiamento avvenuto negli anni è il getto: da singolo diventa “multi”.
Ma torniamo indietro nel tempo (leggi qui lo speciale Soffioni sul fascicolo n.300). Negli anni Settanta Rubinetterie Stella lancia sul mercato diverse tipologie di soffioni, dal più piccolo e con due tipi di getto, a quelli con diametro 90 e 140 mm, tutti in ottone, mentre i modelli attuali sono con diametro 220 e 300 mm. Un salto temporale e l’attenzione al comfort diventa evidente. Nel 2006 i soffioni Shower, di Cristina Rubinetterie, esibiscono uno spessore di soli 4 mm, funzionano anche con una pressione minima e alcuni modelli sono completi di illuminazione e getto nebulizzato. Per evitare inutili sprechi d’acqua, nel 2010 Grohe propone la manopola doccia Rainshower® Icon che riduce la portata del 40%. Colorata, è dotata della tecnologia DreamSpray®: i due getti, Rain e SmartRain convergono per creare un unico ricco getto a pioggia. In tempi settore si verifica un’ecelettica rivoluzione con il soffione Colser, lanciato da Zucchetti.Kos nel 1914 e vincitore dei premi Good Design Award e Design Plus nel 2015. Closer, infatti, reinventa la gestualità legata alla doccia. L’estetica ricorda una lampada ma, il suo plus è il movimento multidirezionale. Grazie a tre snodi e al contrappeso trova stabilità in qualunque posizione o altezza sia orientato.
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