Ancora oggi i bagni italiani non rinunciano alla vasca e la sua diffusione supera (ancora) di gran lunga la doccia. Oggetto di antica tradizione, fin dagli anni Settanta sperimenta materiali innovativi, un’estetica iconica, ergonomia e attenzione alla sicurezza. E la ricerca in questo senso prosegue ancora oggi.
Nel percorso evolutivo delle vasche, i materiali rivestono un ruolo fondamentale per la realizzazione di forme organiche al servizio del relax. A quelli più utilizzati, ghisa smaltata e acciaio porcellanato, durevoli ma pesanti e poco malleabili, si affiancano presto materiali più leggeri e facilmente “lavorabili”. Negli anni Settanta Teuco sceglie il vetro resina rinforzato con metacrilato che utilizza il processo di termoformatura. Nasce Antares, disegnata da Fabio Lenci e Carlo Urbinati, che troviamo su un numero della nostra rivista datata 1976. Colpisce come questa vasca integri una serie di soluzioni funzionali: mensola porta oggetti, portasapone, maniglione, fondo con disegno antiscivolo. E ci piace il trionfo del colore: bianco, whisky, giallo, blu, verde, rosso e nero. L’acrilico è scelto da Ideal Standard che, circa dieci anni dopo, nel 1989, realizza una forma audace e inedita per Sensorium. Anche in questo caso si nota l’attenzione alla sicurezza dell’utente: la vasca si completa con due maniglioni cromati. Negli anni 2000 il design minimalista entra con successo nell’area bagno e Agape lancia, nel 2002, una vasca rotonda dalle linee armoniose e di grandi dimensioni (ø 204×50(H) cm). Il nome _ Ufo – ne evoca la forma originale. Disegnata da Benedini Associati, è in acciaio inox lucido oppure verniciata bianca all’interno e scura all’esterno. Dettaglio di rilievo: l’ergonomico e ampio poggiatesta per due persone. Pietraluce, materiale composito di grande solidità e facile manutenzione caratterizza Wash, disegnata da Giulio Cappellini nel 2005 per Ceramica Flaminia. Esprime un’estetica minimalista senza rinunciare alla comodità: dimensioni contenute (170×690 cm), schienale inclinato per il relax, superfici levigate. È dello stesso anno Conoduo di Kaldewei, disegnata da Sottsass Associati e pensata per fare il bagno in coppia, con poggiaschiena identici. Il materiale praticamente eterno e riciclabile al 100%: è l’acciaio smaltato da 3,5 mm, un must che da sempre definisce l’alta qualità dei prodotti Kaldewei.
Arriviamo al 2009, quando una collezione particolarmente completa e complessa – Faraway – realizzata dal gruppo Zucchetti.Kos, cambia definitivamente l’iconografia del bagno. Progettata da Ludovica+Roberto Palomba è il risultato di quattro anni di ricerca. Componibile e modulare, con oltre 100 prodotti innovativi per forma e funzione, tra cui la vasca in vellutato Cristalplant, permette soluzioni destrutturate e non convenzionali.
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