Pervenutomi attorno alle festività natalizie, grazie all’amichevole rapporto con Guido Santilio, Presidente della Delegazione ADI della Puglia e Basilicata, il volumetto curato da Loredana La Fortuna, che si presenta con un titolo che parrebbe fuori tema, visto il settore che analizziamo, si svela, già consultando le pagine introduttive, come un utile racconto per chi voglia affrontare, il mondo del progetto, dal verso giusto. “La cucina di design: cibo, tendenze, moda” (ed. Progedit), affronta – e come – l’argomento dell’alimentazione ma lo fa nello scorrere delle circa 90 pagine, dopo un avvio piuttosto interessante e di notevole contenuto, proprio col definire in avvio e in modo schietto, essere il design “il problema”!
L’autrice vive questa sorta di dicotomia da studiosa e titola il capitolo di apertura con l’affermazione sopra citata. Loredana La Fortuna, dottorato di ricerca sul linguaggio e scienza dei segni all’Università di Bari, considera la disciplina del progetto industriale (come sappiamo, talvolta abusato nel termine anglosassone), una sorta di percorso preferenziale all’interno del quale tutto o quasi, si allinea creando confusione e mettendo in discussione il termine aulico che giustifica l’appellativo di vero prodotto di design.
Il testo iniziale, come dicevo in apertura, traccia una precisa linea comportamentale indirizzata al marketing “delle quantità” che pilota quelle aziende disposte a cavalcare il logo che indica essere frutto della progettualità quella che traina la sacro santa volontà produttiva, prima di affidarla ad un designer che dovrebbe essere un esecutore responsabile a tutto tondo. Questo libro, della Collana diretta da Patrizia Calefato, edita con Progedit, come avrete colto dalle mie affermazioni dopo la consultazione e rilettura di alcuni interessanti passaggi, rappresenta un utilissimo mezzo di comunicazione destinato ai giovani che desiderano affrontare gli studi politecnici nel disegno industriale. In poche pagine iniziali, Loredana La Fortuna condensa tutta una serie di sue perplessità e lancia garbati suggerimenti al lettore, per poi condurlo verso valutazioni che attengono al titolo e al sottotitolo dell’opera: il cibo, le tendenze e la moda. (OgC)
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