Da ex casa colonica con la sua antica corte, palazzo Monteborre è stato recentemente recuperato da un coraggioso ex-stilista – Stefano Giorgi - che lo ha trasformato in un lussuoso agriturismo. Ed è stato lo stesso Giorgi, proprietario dell’azienda agricola dove sorge la costruzione rurale, a scegliere le collezioni in grès porcellanato di ABK per tutti gli ambienti
La storia dell’agriturismo Monteborre è molto particolare, come inusuale è anche la sua posizione. Si trova a Cento, a due passi da Ferrara, sull’unica leggera altura della piattissima campagna circostante. Immerso nella quiete e nel verde, dotato di piscina e spa, dista poche decine di chilometri da Bologna, Ferrara e Modena, e anche Venezia è raggiungibile in breve tempo. Di impianto ottocentesco, la costruzione era un fabbricato rurale con annessa Casella con fienile e ricovero dei cavalli. Il palazzo padronale, residenza estiva di un nobile casato del luogo, fu poi acquistato dalla famiglia di Stefano Giorgi per farne la loro abitazione. Ex stilista di successo con una propria Maison, Stefano Giorgi ha vissuto a lungo all’estero per poi tornare a Cento e, quando un principe saudita suo amico venne a fargli visita, Giorgi si rese conto che in tutta la zona non vi era un hotel di alto livello. Così pensò inizialmente di trasformare la sua casa in resort-boutique hotel, poi ha preferito realizzare un semplice agriturismo, benché di lusso (insignito di 5 Girasoli, l’equivalente di 5 stelle per gli hotel), in linea con lo spirito del luogo e che valorizzasse il podere di oltre 50 ettari all’interno del quale si trova Palazzo Monteborre.
Restauro conservativo
Il progetto di conversione del fondo in struttura ricettiva – nato dalla collaborazione tra il proprietario Stefano Giorgi e Andrea Bernagozzi della società di Design Officinarkitettura – ne ha preservato il carattere rurale non alterandone le caratteristiche architettonico strutturali. Si sono quindi mantenute le originarie voltine, travi in legno e tavelle in cotto, prevedendo elementi di finitura naturali e arredi che dessero risalto alle peculiarità rurali dei due fabbricati: il palazzo e la Casella. La casa padronale, che risale a inizio ‘800, ha richiesto un intervento di demolizione e ricostruzione degli interni con una nuova suddivisione degli ambienti. Realizzata ex novo anche tutta l’impiantistica, pavimenti e rivestimenti, infissi esterni e interni. Meno complesso il recupero della Casella adiacente, già in parte ristrutturata dieci anni fa. Le murature esterne sono rifinite nel colore sabbia, tonalità ripresa per le finiture degli interni.
L’intervento ha privilegiato materiali naturali, come legno, cotto, grès porcellanato per rivestimenti e pavimenti. Pavimenti in grès porcellanato e rivestimenti dell’edificio principale sono tutti declinati nelle collezioni ABK. Nell’edificio principale, al piano terreno dominano i toni della pietra naturale con la linea Alpes, a cui si aggiungono le calde sfumature dell’acciaio Corten con la linea Interno 9, proposta anche per singole pareti nei bagni. La collezione Crossroad Wood nel colore Sand, formato 26×200 cm, caratterizza le pavimentazioni del primo e secondo piano, ed entra anche nelle sale da bagno. Le pareti dei bagni sono ravvivate dalle luminose nuance di Crossroad Brick in pasta bianca con superficie glossy irregolare. Risultato finale: in tutti gli ambienti le collezioni ABK realizzano un mood stilistico uniforme, giocato sui toni chiari del sabbia e declinato in geometrie di posa e formati diversi, con note di colore acceso nei bagni.
Per leggere l’articolo completo pubblicato sul numero 314 del Bagno Oggi e Domani clicca QUI.
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