Affrontare nuovi mercati comporta dei rischi se non si è bene informati e attrezzati per la complessa gestione che l’internazionalizzazione comporta. A chi rivolgersi per comprendere ed esplorare nuovi mercati?
Tutte le imprese di ogni dimensione devono guardare a un mercato allargato, oltre a quello interno, e nessuna azienda può sottrarsi a un processo di internazionalizzazione. Certo, non è cosa semplice, oggi si innescano problematiche che influenzano e complicano ulteriormente questa strada. Ricordiamo che il costo dell’energia in Italia è molto più alto di altri paesi come Spagna e Francia. Sulle strategie di presidio dei mercati esteri pesa certamente la congiuntura attuale ma, come osserva Gianluca Marvelli, Amministratore delegato Koh-i-Noor, vi è anche dell’altro: “A mio parere, tra i fattori che condizionano l’internazionalizzazione delle aziende del settore bagno c’è una questione legata alla complessità e alla dimensione delle aziende stesse. È necessaria una ulteriore crescita in termini di dimensione internazionale. Oggi le attività di struttura e rete commerciale, di logistica, di post vendita, sono aspetti che – osservando il quadro delle aziende di arredobagno e delle loro dimensioni – possono limitare il presidio di mercati lontani. Questo è uno dei temi su cui l’Associazione Assobagno sta lavorando.”
Quali sono i principali fattori da analizzare? “È importante farsi guidare dai dati – suggerisce Yasmine Kahouachi di Oriens Consulting – questo è il pre-requisito per costruire una strategia vincente in grado di prevedere gli eventi anziché subirli, soprattutto in un contesto di nuovo mercato che non si conosce. L’analisi dello stato economico è la base per affrontare la volatilità nel numero delle vendite e quindi nel fatturato, l’intensità del rischio economico si evolve in base al mercato selezionato. Un ulteriore aspetto da considerare è l’ambiente legale di un paese. È utile sapere se i paesi a cui ci si rivolge rispettano i diritti contrattuali e vi è una chiara indipendenza dei tribunali perché in caso di disaccordo dopo la firma di un contratto, è necessario poter fare affidamento su un solido contesto legale.”
Pre-requisito è che, attraverso l’export, l’azienda riesca a trasformare la propria organizzazione e gestione, passando da una dimensione locale a una internazionale. “La sfida – sottolinea la Kahouachi – è di eccellere nel coordinare risorse geograficamente disperse. La gestione delle scorte, del personale o dell’infrastruttura può diventare rapidamente complessa. Le esigenze dei consumatori possono variare da un paese all’altro a causa delle differenze culturali. La domanda è legata alle esigenze dei clienti, quindi può variare in base alla provenienza dei clienti e si deve riuscire ad adattare sufficientemente la strategia di marketing a queste specificità locali. In un ambiente globale, le aziende si evolvono in condizioni dinamiche e mutevoli, l’internazionalizzazione rafforza questa dinamica ed è importante essere informati sulle tendenze del mercato. I dati di importazione ed esportazione relativi a un prodotto specifico sono facilmente accessibili, come tutti i dati citati precedentemente. Le fonti di informazione sono importantissime, saperle consultare e portare a proprio vantaggio numeri e dati sia qualitativi sia quantitativi farà la differenza negli aspetti cruciali più pratici.”
Supporti dalle Associazioni
Affrontare nuovi mercati comporta dei rischi se non si è bene informati e attrezzati per la complessa gestione che l’internazionalizzazione comporta. A chi rivolgersi per comprendere ed esplorare nuovi mercati? Oltre alle Associazioni nazionali confindustriali ci sono anche le Associazioni di categoria e di territorio che, insieme, svolgono diverse attività a livello di governo e azioni di lobby comuni e trasversali. “FederlegnoArredo è una Federazione di categoria e tra le sue molteplici attività – afferma Marvelli – rientra certo il supporto all’internazionalizzazione delle aziende. C’è, quindi, la ferma volontà di perseguire e rafforzare la capacità di analisi e la conoscenza dei vari mercati, oltre a fornire strumenti che possano sostenere le aziende nel loro cammino verso l’export. ”
A questo proposito ricordiamo gli Outlook realizzati dal Centro Studi della Federazione – il primo è del 2008 – e la rubrica dedicata all’export con informazioni di tipo tecnico, doganale, statistico e di assistenza legale, solo per fare qualche esempio. “Devono essere cammini condivisi, piattaforme che portino il settore arredobagno nel suo insieme in nuovi territori dove la presenza non è ancora così diffusa, e poi ciascuna azienda svolgerà la sua parte. ”
Gianluca Marvelli, che è stato Presidente di Assobagno dal 2008 al 2014, prosegue ricordando che “L’Associazione è impegnata nel creare momenti di aggregazione e, insieme a FederlegnoArredo, offre diversi servizi mirati a favorire l’export delle nostre aziende.” Tra questi, l’impegno nel favorire la partecipazione collettiva delle aziende di arredobagno a manifestazioni fieristiche estere importanti come l’ISH di Francoforte. Punto di partenza fu il Salone Internazionale del Bagno – avviato nel 2005 – che ha certificato l’evoluzione della stanza da bagno da luogo di semplice funzione ad ambiente da arredare. “Questo – afferma Marvelli – è stato un cambiamento strategico fondamentale che, dando valore al made in Italy del nostro settore, ha fortemente contribuito all’internazionalizzazione delle aziende arredobagno.”
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere