Alla base degli oggetti c’è la materia: pura, composita, naturale o di sintesi. La prima puntata dell'Osservatorio 2022 è dedicata ai materiali. Quali sono le nuove sfide da affrontare? Come si è modificato l’utilizzo dei materiali all’interno dell’area bagno rispetto a ieri?
Dai materiali dipendono le prerogative tecnico-estetiche dell’oggetto realizzato e, di conseguenza, le motivazioni per cui viene scelto. Il lavoro del designer, quello dell’ufficio tecnico e di ricerca & sviluppo interno all’azienda di produzione sono fondamentali in questo senso e operano all’unisono.
Nel tempo abbiamo assistito a un progressivo ingresso di nuovi materiali all’interno dell’area bagno che si sono aggiunti alla ceramica di lavabi, sanitari e superfici, al classico ottone cromato dei rubinetti, al legno e ai laminati degli arredi. Fino ad arrivare all’attuale imperativo etico, sociale ed economico che riguarda tutti noi: utilizzare minore quantità di materia prima vergine e più materie “seconde”, fare in modo che il prodotto finito sia riciclabile a fine vita e così realizzare un ciclo virtuoso delle materie che possono essere integrate in nuovi cicli produttivi.
Percorsi incrociati per un design sostenibile
I materiali scelti per entrare nell’ambiente bagno devono soddisfare precisi requisiti che rispondono a esigenze diverse, di produzione e di mercato. Per le aziende, i materiali sono un elemento di fondamentale importanza nel processo produttivo e di vendita e per il designer è altrettanto importante conoscere le particolari caratteristiche e “comportamenti” dei materiali prima di realizzare un progetto, soprattutto se il prodotto finale deve essere “green”.
Diverse aziende di arredobagno, infatti, sono oggi impegnate nella sostenibilità di impresa e di prodotto, per esempio ottenendo la certificazione volontaria del Sistema di Gestione Ambientale (norma UNI EN ISO 14001) a garanzia che le attività aziendali impattanti sull’ambiente vengano gestite nel migliore dei modi, come riducendo l’uso di materie prime ed energia, utilizzando energie rinnovabili e materie prime non inquinanti, recuperando i materiali di scarto e studiando l’impatto ambientale dei prodotti lungo il loro ciclo di vita.
Altrettanto fondamentale è sia la certificazione di Gestione Qualità dei prodotti (UNI EN ISO 9001), che così devono soddisfare determinati requisiti di sicurezza, resistenza e durabilità, sia la certificazione CQP della circolarità di prodotto secondo la metodologia LCA (Life Cycle Assesment, Studio del Ciclo di Vita del Prodotto) che valuta la disassemblabilità dei componenti del prodotto finito destinati al recupero e al riuso, l’utilizzo di materie prime riciclate, il recupero dei rifiuti prodotti nel processo produttivo.
Diverse aziende hanno definito procedure di eco-design, ovvero linee-guida per lo sviluppo dei prodotti. D’altro canto, anche i progettisti accettano la sfida della sostenibilità, sperimentando nuove soluzioni formali e funzionali con materiali sia tradizionali che innovativi.
In viaggio tra i materiali
Ieri come oggi, gli oggetti e le superfici che entrano nella sala da bagno devono essere resistenti all’acqua e all’umidità, di facile pulizia e manutenzione. Non solo estetica, dunque. Allestire un nuovo bagno implica una spesa non indifferente e il consumatore finale sempre più spesso sceglie i prodotti anche in base a materiali e finiture che ne garantiscano la longevità.
Come si è modificato l’utilizzo dei materiali all’interno dell’area bagno rispetto a ieri? Scoprilo nell’articolo completo sul nuovo numero del Bagno Oggi e Domani.
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