Affrontiamo il tema della sostenibilità ascoltando la voce di Giuseppe Piazza, di un’azienda di produzione e una di distribuzione, di un progettista.
All’improvviso sembra che tutto sia diventato sostenibile: dal food alle creme di bellezza, dall’università all’acqua minerale. Spot pubblicitari sbandierano il loro messaggio ecologico ma in modo superficiale, senza nessuna evidenza di quanto si sostiene. Greenwashing? Potrebbe esserlo. Eppure, se da un lato siamo già stanchi dell’abuso di questo termine, non potrebbe questo essere il chiaro segnale di un maggiore interesse, da parte del grande pubblico, ai temi della sostenibilità e, quindi, indicare l’inizio di un cambio di passo? Sappiamo bene che la sostenibilità vera contiene azioni concrete, sicuramente di una certa complessità, che si concretizzano in un insieme di procedure operative e buone pratiche a cui si devono ispirare le attività di qualsiasi azienda perché sostenibilità è cercare di soddisfare i bisogni della generazione attuale senza mettere a rischio i bisogni delle generazioni future. In questa ultima puntata del nostro Osservatorio affrontiamo il tema ascoltando la voce del nostro consulente Giuseppe Piazza, di un’azienda di produzione e una di distribuzione, di un progettista. Tutti hanno proposto la loro visione e azione di sostenibilità, offrendo interessanti spunti di riflessione, e tutti concordano su un fatto: ciascuno deve fare la propria parte!
Ecco uno stralcio dell’articolo pubblicato sul numero #346 del Bagno Oggi e Domani.
PASSARE DAI CLAIM AI NUMERI
Giuseppe Piazza, Founder & CEO di Oriens Consulting
Dalla ricerca “Analisi dei trend del modello di business e le strategie di distribuzione nel settore arredobagno” realizzata da Oriens Consulting per Assobagno poco più di un anno fa, il tema della sostenibilità non è emerso all’interno del modello di business dei distributori, né come argomento di supporto alle strategie, né come sfida-opportunità per il settore. È ancora così? A distanza di breve tempo notiamo dei cambiamenti in atto, che toccano un po’ tutti gli attori del mondo dell’arredobagno. “Oggi – afferma Piazza – questo tema è sempre più impellente. Fino a un po’ di tempo fa molte aziende di produzione e di distribuzione si sono limitate a comunicare più la sostenibilità dei prodotti offerti che una propria identità aziendale sostenibile, mentre le leggi e le azioni dei paesi europei sono sempre più orientate a far convergere la sostenibilità all’interno della rendicontazione ambientale, sociale e di governance – gli ESG – quindi tutte le aziende si troveranno ad affrontare la sostenibilità come modello di business.” È interessante che questa convergenza, sottolinea Giuseppe Piazza “Condurrà all’integrazione di filiera perché non solo i grandi produttori e i grandi distributori dovranno esibire il reporting ESG entro il 2029, ma anche le PMI se sono aziende quotate. Poi, per essere competitive, anche le imprese di produzione e distribuzione più piccole si troveranno comunque obbligate a presentare alcune rendicontazioni per conformarsi alla politica di gestione della sostenibilità ESG delle aziende di maggiori dimensioni. Si tratta di un effetto a cascata.”
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COME SI DIVULGA IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ?
Linda Barbolan, Marketing Manager di Newform
Fondata nel 1981 e oggi saldamente guidata da Tiziano e Alessandra Gessi, Newform è tra le aziende italiane protagoniste nel settore della rubinetteria bagno e cucina. Con un know-how di 40 anni e prodotti di alta gamma l’azienda, che opera sul mercato italiano e internazionale, ha pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità, targato 2022, ovviamente certificato e che già dal titolo – ‘Design for a better world’ – dichiara i suoi contenuti. Newform, quindi, rappresenta una buona fonte di informazioni per gli argomenti che ci interessa approfondire, soprattutto in merito a quali strumenti l’azienda utilizza per trasmettere e condividere i suoi valori – che vanno oltre il prodotto – con tutti i suoi stakeholder, i partner della distribuzione in primis. Prima, però, approfondiamo i parametri della sostenibilità, illustrati nel Report, frutto di una promessa iniziata nel 2007, anno in cui è stata ottenuta la Certificazione UNI EN ISO 14001 del Sistema di Gestione Ambientale per la sede aziendale. “Questo – spiega Linda Barbolan – è stato il primo strumento per garantire i risultati di Newform in termini di politica ambientale, migliorando costantemente le performance e minimizzando ogni possibile impatto negativo delle sue attività nei confronti dell’ambiente.”
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CIRCULAR DESIGN E PROGETTAZIONE INTEGRATA. DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA?
Nicola De Pellegrini, Founder dello studio Anidride Design
Classe 1976, nella sua doppia veste di product designer e architetto, Nicola De Pellegrini integra diverse competenze. Tanto che ha fondato due studi: nel 2011 Anidride Design Studio occupandosi di retail design, branding, art direction, environmental design e product design, e poi, nel 2015, nasce Anidride Architecture con Giovanni Bez per concentrarsi su progetti residenziali, commerciali e masterplan. Unico comun denominatore del suo lavoro è il duplice approccio, di design circolare e di architettura sostenibile. Affrontiamo per primo il tema del prodotto realizzato in un’ottica di Circular Design: è l’azienda di produzione che richiede questo tipo di progettazione oppure è lo Studio che la propone? “Si verificano entrambi i casi. A volte – spiega De Pellegrini – siamo noi a promuovere questa direzione ma più spesso ci viene richiesta. Si crea una sinergia tra noi e l’industria, per entrambi il Circular Design è un valore, sia in termini di sviluppo del prodotto, sia in una prospettiva di marketing, e così convergiamo verso un obiettivo comune.” Una sensibilità, e opportunità, che si sta diffondendo sempre più tra i produttori che fanno dell’innovazione un obiettivo strategico poiché, come sottolinea Nicola De Pellegrini “Il Design Circolare implica un tipo di progettazione e ingegnerizzazione del prodotto che ne migliora gli aspetti qualitativi. È un approccio interessante che guida le aziende a ideare soluzioni tecniche raffinate e implica sviluppare la ricerca. Questo può condurre a realizzare vere e proprie innovazioni di prodotto, e non solo dal punto di vista della sostenibilità.”
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MEGAFONO DI BRAND SOSTENIBILI. LO SHOWROOM CI CREDE?
Angela De Masi, Direzione Artistica dello showroom De Masi
Un background di lungo corso e una visione proiettata al futuro sono la cifra distintiva della raffinata showroom De Masi, in via Gargano a Roma, orgogliosamente tutta al femminile. La famiglia gestisce anche un ampio spazio dedicato a materiali edili e una vasta esposizione di ceramiche. Una crescita esponenziale, a partire dal 1972, e che oggi permette di coprire tutte le tipologie di prodotto dedicate alla costruzione, ristrutturazione e arredo della casa. Angela De Masi segue la direzione artistica dello showroom in via Gargano: 1.500 metri quadrati su tre livelli. Ed è lei che abbiamo incontrato perché è lei che seleziona i brand – di arredobagno, cucine, finiture, porte e arredo in generale – decidendo le formule espositive. “Il nostro target di clienti è di livello medio e medio-alto – spiega la De Masi – e sono soprattutto architetti. Abbiamo sposato la filosofia di brand italiani che della sostenibilità fanno il loro cavallo di battaglia perché non si può essere indifferenti a tematiche che incidono sulla vita di tutti noi. Crediamo negli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, quindi la nostra è una scelta di azione etica, doverosa.” Aggiungiamo che la sala mostra è certificata ISO 9001. Scelta volontaria, fatta sia per coerenza con i valori in cui si crede, sia perché è un requisito necessario per partecipare a gare e iscriversi negli elenchi fornitori dei clienti. Quanti rivenditori, in Italia, saranno certificati secondo i principi di Gestione della Qualità? Non lo sappiamo ma ci interesserebbe scoprirlo.
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