
Istituito da Ceramiche Marca Corona nel 2022, il riconoscimento ha l’obiettivo di supportare l’arte visiva emergente e lo sviluppo di giovani talenti, testimoni del futuro di una materia antichissima e attuale come la ceramica.
Lorenzo Gnata (Biella, 1997) vince il Premio Marca Corona 2025, consegnato il 7 febbraio al Teatro San Leonardo di Bologna, all’interno del programma Marca Corona per l’Arte promosso nell’ambito di ART CITY Bologna. Istituito da Ceramiche Marca Corona nel 2022, il riconoscimento ha l’obiettivo di supportare l’arte visiva emergente e lo sviluppo di giovani talenti, testimoni del futuro di una materia antichissima e attuale come la ceramica.
La terza edizione del premio, dal titolo MCM: Minimo Comune multiplo – Processi moltiplicativi, ha invitato i giovani creativi a riflettere sul tema della moltiplicazione da un punto di vista formale, concettuale e processuale, in connessione con il lavoro svolto nell’ultimo anno dall’artista Andrea Mastrovito per Marca Corona per l’Arte.
Il progetto vincitore, Presenze intermittenti, s’inserisce perfettamente all’interno della ricerca portata avanti da Gnata che, avendo una formazione grafico-pittorica, si basa sul disegno. Utilizzando la penna 3D come strumento della sua produzione artistica, Gnata parte dalla superficie bidimensionale del disegno e, attraverso l’estrusione del materiale sul piano, la traduce in scultura tridimensionale.
I singoli soggetti sono ripetuti più volte dalla mano dell’artista. Disegnati, non stampati, conservano il concetto di multiplo, essendo ripetizioni di uno stesso soggetto, ma anche l’unicità della creazione autentica. Nell’opera ideata per Marca Corona, l’artista ha coniugato la sua pratica con un’immagine proveniente dall’archivio di impresa: la fotografia di una giovane operaia al lavoro durante la Seconda Guerra Mondiale. Gnata la riproduce sedici volte con la penna 3D. Le copie simili ma mai esattamente uguali vengono inserite in numeri progressivi, e in un ordine dettato dal caso e dall’equilibrio visivo, in sedici formelle che vanno a comporre un pannello ceramico di 100×100 cm. La ripetizione dell’elemento figurativo sfocia nella quasi totale astrazione dell’immagine.
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