Massimo Farinatti racconta nella sua intervista sul Bagno Oggi e Domani come fin dall'inizio della sua carriera ha deciso di interpretare il ruolo del designer e dell'architetto. Il video propone una pillola della sua filosofia.
Nella seconda puntata della rubrica “PRODUCT Meet PROJECT” che indaga le diverse connessioni tra pensiero progettuale degli oggetti e dei luoghi dell’abitare protagonista è Massimo Farinatti, noto architetto e designer che ha scritto un pezzo importante della storia del design italiano. Nel settore arredobagno con particolare attenzione all’ambito wellness. la sua filosofia è progettare “attorno all’uomo e per l’uomo” prevedendo scenari di vita del prossimo, vicino futuro. Farinatti ha un’innata capacità di sapere immaginare il domani, cogliere aspettative ancora inespresse rendendo visibile l’invisibile. Nel video racconta in breve la sua filosofia.
Qui di seguito un breve stralcio dell’intervista pubblicata sul numero 324 del Bagno Oggi e Domani (CLICCA QUI PER LEGGERLA SULLO SFOGLIABILE)
Come si è formata, negli anni, la sua capacità progettuale come product designer e architetto di spazi?
Ho assorbito la cultura del progetto che mi è stata insegnata da grandi maestri del design e dell’architettura come Marco Zanuso, Makio Hasuike e Achille Castiglioni, solo per citarne alcuni. Ho iniziato a lavorare da giovane come “ragazzo di bottega” e lì ho appreso molto. Poco dopo la laurea in architettura ero responsabile del dipartimento di Product Design in Design Group Italia. Nel 1984 disegnavo le prime vasche idromassaggio per Jacuzzi® e, con due amici colleghi, ho fondato lo studio Triplano Associati, poi, nel 1997 il mio attuale studio Farinatti Design. Nel tempo ho realizzato prodotti e progetti in ambiti molto diversi fra loro: dall’abitare alla cura della persona, _no a soluzioni tecniche e tecnologiche. Il mio saper fare viene dalla capacità di ascolto, da un’innata curiosità, dal porre sempre domande. Senza una spiccata capacità di sintesi non saprei progettare.
La capacità creativa invece? Come nasce e che ruolo svolge nel progetto?
Sant’Agostino diceva che bisogna saper vivere tre tempi: il presente del passato, il presente del presente e il presente del futuro. Cerco sempre di vivere nel presente del futuro, ma porto sempre con me una valigia consunta dove c’è tutto quello che ho imparato. Si devono avere “antenne” che consentono una visione a 720°, per guardare il mondo da un’altra prospettiva cogliendo quello che è invisibile agli occhi di tutti e poi esplorare nel profondo – anche delle cose, dei rapporti, di me stesso – per capire la strada da seguire ponendo al centro l’uomo e le sue necessità. C’è sempre spazio per immaginare il domani e questo mi porta a progettare in ambiti completamenti diversi fra loro ma anche complementari, dove ci sono sempre connessioni tra l’architettura degli interni e gli oggetti che la possono popolare. Lei ha progettato dei best seller in ambito wellness.
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