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PRODUCT meets PROJECT #325 | La libera ispirazione di Cristina Celestino

Cristina Celestino coglie la bellezza che attraversa la natura, l’arte, la moda, l’architettura. La forza di una narrazione coerente, unica ed esclusiva è il fil rouge che attraversa tutti i suoi progetti e lavori.

In questo terzo viaggio che attraversa la progettualità degli oggetti e degli spazi ci accompagna Cristina Celestino. Architetto e designer, il suo stile è emerso presto sulla scena del design grazie al suo originalissimo universo creativo, frutto di rigorose ricerche e colta esplorazione di mondi diversi. Con la sua particolare sensibilità, Cristina Celestino coglie la bellezza che attraversa la natura, l’arte, la moda, l’architettura. La forza di una narrazione coerente, unica ed esclusiva è il fil rouge che attraversa tutti i suoi progetti e lavori.

Qui di seguito un breve stralcio dell’intervista pubblicata sul numero 325 del Bagno Oggi e Domani CLICCA QUI PER LEGGERLA SULLO SFOGLIABILE

Quali sono le tappe fondamentali che hanno contribuito a formare la sua visione progettuale, come architetto e designer?

Mi sono avvicinata al design come passione personale che ho approfondito dopo la laurea, anche collezionando pezzi importanti del design italiano. Ho lavorato presso studi di architettura a scala urbana e di progettazione d’interni. Nel 2012 ho partecipato al Salone Satellite con una serie di prototipi e da quel momento tutto si è  svolto molto velocemente. Nel 2013 ho fondato il mio Studio Cristina Celestino, che si occupa di design di prodotto, architettura di interni, allestimenti, direzione creativa. Con la mia azienda Attico Design progettiamo, realizziamo con una rete di fornitori di eccellenza e commercializziamo arredi e complementi.

Quali sono le sue principali fonti d’ispirazione nei diversi ambiti del progetto?

Per un designer la chiave è trovare la propria strada e la propria coerenza. La formazione di architetto mi consente di sentirmi sempre molta libera per quanto riguarda i riferimenti al mondo del design. È un aspetto positivo perché non mi sento condizionata da insegnamenti accademici, pur conoscendo bene e apprezzando il lavoro dei grandi Maestri. La mia è comunque una ricerca molto libera che spazia in campi completamente differenti. Amo la storia dell’architettura, gli edifici mi appassionano sotto ogni punto di vista – dai volumi alla luce – e questo è  un ambito in cui svolgiamo molta ricerca. Trovo interessante, a livello di riferimenti, anche il mondo della gioielleria perchè i gioielli devono essere comodi e ergonomici, perfetti da indossare, ma allo stesso tempo hanno un’estetica di altissimo livello. Per esempio, ho lavorato con alcuni dettagli in modo un po’ inaspettato, portandoli fuori scala e decontestualizzandoli completamente dal loro riferimento: dal retro dell’orecchino ai gemelli da polso maschili, sia dal punto di vista di grafiche regimental sia della loro struttura, che ho usato come punto di orientamento della placca per alcune lampade che ho disegnato.