Il decalogo affronta tutti i temi sensibili per la vita di una spa, a partire dai protocolli per la sicurezza del personale, che dovrà rispettare le più rigorose norme igieniche e indossare sistemi di protezione adeguati e da sostituire frequentemente.
Con quasi 50 anni di esperienza e oltre 3.000 spa realizzate in 60 Paesi al mondo, Starpool è una realtà di riferimento nell’universo wellness. Per supportare il settore in questa delicata fase di cambiamento, l’azienda trentina ha stilato un protocollo dedicato alla corretta gestione della spa. All’interno vengono tracciate le linee guida relative a sicurezza, distanziamento fisico, organizzazione, temi igienico-comportamentali, prassi d’igienizzazione, trattamento dell’aria, fino alla gestione delle aree accessorie dedicate al food & beverage e agli spogliatoi.
“Credo che in questo momento tutti gli attori coinvolti debbano avere gli strumenti più efficaci per lavorare a una veloce e sicura ripresa del settore. È per questo che con il Decalogo Starpool abbiamo scelto di mettere le nostre competenze a disposizione di strutture e istituzioni”, spiega Riccardo Turri, CEO dell’azienda.
Per l’economia e per la salute del Paese il wellness è un settore vitale. A livello mondiale, il mercato del benessere vale oltre 4mila miliardi di dollari (2018, Global Wellness Economy Monitor). In crescita costante dal 2015, è uno degli ambiti trainanti dello sviluppo internazionale, con l’Europa al primo posto per il turismo wellness e spa, e l’Italia fra i primi 10 Paesi al mondo per il turismo del benessere. Oggi più che mai, inoltre, gli spazi del wellness rivestono un ruolo fondamentale per la salute delle persone: è scientificamente provato che un corretto percorso wellness, in individui sani, favorisce il rafforzamento dell’organismo e delle difese immunitarie.
Il decalogo affronta tutti i temi sensibili per la vita di una spa, a partire dai protocolli per la sicurezza del personale, che dovrà rispettare le più rigorose norme igieniche e indossare sistemi di protezione adeguati e da sostituire frequentemente.
Viene ripensata anche la gestione delle attrezzature e degli spazi per assicurare il giusto distanziamento fisico, prevedendo, ad esempio, 2 mq di spazio a persona per la sauna, 4 mq per i bagni di calore e le piscine, e 5 mq per gli ambienti idromassaggio. Focus ovviamente sulla sanificazione, in particolare delle cabine con temperature comprese tra i 30° e i 60° C. Per determinati ambienti o prodotti, ad esempio per superfici fugate inferiori al 2% e materiali di rivestimento a bassa porosità, si dovranno attuare trattamenti specifici, come cicli di shock termico o chimico in grado di abbassare la carica batterica e virale o, per altri tipi di supporti, la sanificazione meccanica effettuata da un operatore.
Forte attenzione sarà dedicata agli aspetti igienico-comportamentali che coinvolgeranno l’ospite: dall’uso della mascherina all’igiene completa del corpo, a partire dalle mani, alle indicazioni per una corretta fruizione del percorso. Anche l’organizzazione della spa cambierà. Per garantire il comfort degli ospiti insieme a una corretta gestione della struttura, sarà opportuno allungare gli orari di apertura e regolamentare gli accessi con turni e prenotazioni, sanificando gli ambienti, in particolare quelli comuni, tra una seduta e l’altra.
La gestione ottimale dei flussi è un altro tema di riferimento, che richiederà l’organizzazione di un preciso calendario di attività delle aree benessere, con fasce orarie stabilite per l’accesso alla spa e alla piscina. Non mancheranno operazioni appositamente pensate per il controllo di piscine e idromassaggi, dove innanzitutto andrà effettuata la sorveglianza dei valori chimico-fisici dell’acqua, insieme al controllo e all’eventuale aumento della frequenza di contro-lavaggi dei filtri. La sanificazione dovrà essere eseguita con particolare cura anche in tutte le aree esterne alle vasche, utilizzando soluzioni di ipoclorito di sodio o prodotti a base alcolica.
Anche le aree accessorie del food & beverage e degli spogliatoi dovranno essere opportunatamente gestite. Nella prima bisognerà applicare gli stessi protocolli previsti per la somministrazione di cibo e bevande all’interno delle aree comuni. Meglio se adottando soluzioni monouso rispettose dell’ambiente ed evitando il self-service. Gli spogliatoi, invece, saranno utilizzati solo in caso di estrema necessità e con ingresso contingentato. Fondamentale anche disinfettare il kit biancheria con processi di sanificazione termica a 70° C. Non da ultimo, un opportuno trattamento dell’aria, da gestire preferibilmente attraverso impianti di climatizzazione con ventilazione forzata e seguendo particolari accorgimenti riportati dettagliatamente all’interno del protocollo.
“Come sarà la spa del futuro? Estremamente attenta ai materiali, alla qualità e all’igiene”, sostiene Turri. “In ambito professionale, io credo che a fare davvero la differenza sarà l’identità. Non importa se grande o piccola, basica o accessoriata, la spa che domani saprà soddisfare cliente e proprietario, diventando un valore aggiunto per entrambi, avrà un’identità spiccata, unica, differenziante, progettata con precisione secondo le necessità e i desideri di un’utenza ben definita. A casa, invece, penso che si concretizzeranno due consapevolezze derivate dal periodo: la scoperta di come vivere la casa, non solo abitarla, sia molto piacevole e soddisfacente e, contemporaneamente, la volontà e la necessità di mantenerci il più possibile in salute. Per questo l’home wellness, che non è solo design, arredo e benessere, ma un vero e proprio allenamento quotidiano del sistema immunitario, potrà sperimentare un forte sviluppo”.
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