Attualità

Vismaravetro. 70 anni, 70 gocce

Un decoro dedicato firmato da Matteo Ragni, un’illustrazione stampata su un piccolo prezioso libro stampato dall'artista Alberto Casiraghy in edizione limitata… 70 copie. Vismaravetro festeggia in un modo davvero speciale i suoi 70 anni di storia, le sue 70 gocce. Perchè "l'eternità dell'acqua si misura in gocce" (Elisa Massoni). 

Con l’evento riservato alla stampa presso lo showroom H2Otto a Milano, ieri sera si è inaugurata la stagione dei festeggiamenti per i 70 anni di Vismaravetro, fondata nel 1947 e oggi giunta alla terza generazione. Anniversario  dal valore decisamente importante, non solo numerico. In 70 anni, e passando per tre generazioni, la storia dell’azienda è segnato infatti da eventi e cambiamenti che anno dopo anno hanno portato l’azienda brianzola ad essere quello che oggi rappresenta, ossia un’eccellenza nella lavorazione del vetro e nella realizzazione di cabine doccia preziose per qualità ed estetica. Un merito che va riconosciuto indubbiamente in primis all’ingegner Vismara, che rappresenta la seconda generazione di Vismaravetro insieme alla moglie Elisa Giussani, oggi ancora accanto ai figli, Elia e Stefano, che proseguono il lavoro in un’azienda a impianto decisamente famigliare.

Uno dopo l’altro, dunque, i 70 anni di Vismaravetro meritano di essere ricordati  e fissati nella storia… goccia dopo goccia. Settanta Gocce. E questo è il titolo del prezioso libretto realizzato per l’occasione da Alberto Casiraghy, poeta, celeberrimo editore di piccoli libri d’arte, arricchito da una illustrazione dedicata a Vismaravetro dal designer Matteo Ragni, e un aforisma di Elisa Massoni. Settanta gocce (Edizioni Pulcinoelefante) è edito in settanta copie… ça va sans dire.

L’illustrazione di Matteo Ragni, presente anche alla serata di ieri sera, nasce da uan seri di sperimentazione sui decori per le cabine doccia Vismaravetro, e quindi da una ricerca spontanea intorno a un pattern che ricorda i decori più classici dell’italianità e, contemporaneamente, gioca con l’ossessione per il non sense prospettico. L’architettura del decoro che ne è nato è fatta di sette strutture concentriche, come gli anelli che si contano per conoscere gli anni di un albero.

“Questo non è un prodotto, è un disegno. È il festeggiare di una sperimentazione tecnica e grafica in cui raramente si può indugiare. Segni che qui raccontano il carattere curioso di certa produzione brianzola. Un decoro che non si è sicuri di poter ottenere sul vetro. Quindi ci si prova per forza.

E alla fine ci si riesce”.